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Il dolore cronico: il trattamento mediante Biofeedback

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il dolore è la sensazione, o la percezione di sensazioni, insopportabili di varia natura e tipologia (pungiformi, urenti, irritanti o insopportabili) provenienti da una parte del nostro corpo. Chiaramente tale accezione si riferisce in particolare al dolore così detto ‘fisico’ che si distingue chiaramente dal dolore ‘psicologico’ il quale invece raggruppa una serie di emozioni e stati connotati negativamente nei quali possiamo elencare: tristezza, disagio, frustrazione, angoscia,etc.

 

Il dolore fisico è il risultato di un meccanismo complesso che si esprime a livello del funzionamento cerebrale: l’intensità, la durata e la frequenza con cui il dolore si può percepire non sempre è correlato direttamente a eventuali lesioni, infiammazioni e/o ferite, dunque in generale all’attivazione delle cellule dette ‘nocicettori’ che inviano informazioni al cervello e che dovrebbero attivare una risposta di dolore.

Il meccanismo di funzionamento è centrale, ma cosa ancora più importante, il significato funzionale del ‘dolore’ è il fungere da meccanismo di protezione e tutela dell’integrità del nostro corpo e della vita stessa. Immaginiamo di affrontare un percorso in montagna e di non provare alcun tipo di sensazione dolorosa qualora dovesse capitare, ahimè, di subire una storta alla caviglia durante il cammino di ritorno al campo base. L’assenza di dolore ci impedirebbe di provvedere a proteggere l’organo danneggiato e provocherebbe l’aggravarsi dello stato infiammatorio e l’estendersi dell’eventuale lesione dei tessuti circostanti. Tale eventualità che si tradurrebbe in analgesia

Dal lato opposto, l’iperalgesia, descrive una situazione differente: la soglia del dolore si abbassa, e anche minime stimolazioni dei tessuti (pressione sulla pelle, contatto con superfici calde, piuttosto che piccoli graffi superficiali) possono dare origine a dolori molto intensi ed estesi rispetto al punto di contatto.

Cosa succede invece quando il dolore è cronico, in situazioni di apparente assenza delle condizioni poc’anzi descritte? Il Ministero della Salute ha redatto una guida in merito alla diagnosi e trattamento in medicina, del dolore cronico: si intende infatti per dolore cronico “un dolore che persiste più a lungo del corso naturale della guarigione e che si associa ad un particolare tipo di danno o di malattia”. Secondo alcuni studi, la durata per la quale è possibile diagnosticare un dolore di tipo cronico, corrisponde ad un periodo maggiore di 3 mesi.

 

 

TRATTAMENTO:

Le terapie adoperate nel trattamento del dolore sono prevalentemente distinte, a seconda del tipo di patologia e di sindrome algica, in due macrocategorie: approccio farmacologico e terapie non farmacologiche.

 

 

Tra quest’ultime si annovera la metodica di Biofeedback. Il Biofeedback consiste essenzialmente in un processo che porta alla rilevazione della funzione fisiologica da controllare attraverso opportuni sensori (trasduttori) bioelettrici. Il segnale registrato, viene amplificato e ripresentato al soggetto attraverso un segnale acustico e/o visivo di intensità, forma e grandezza diversa a seconda dello stato di attivazione ed intensità registrato per la funzione in esame. Per esempio: il biofeedback si rivela essere una tecnica molto efficace nel favorire il rilassamento muscolare. La variabile in questo caso oggetto di monitoraggio è il livello di tensione muscolare. La persona, ricevendo un’informazione acustica/visiva direttamente proporzionata al grado di rilassamento del tono muscolare, acquisisce consapevolezza circa lo stato di tensione del tono muscolare anche in situazioni di stress cronico. Attraverso un processo basato sul condizionamento operante la persona viene portata a rinforzare i processi di rilassamento e a generalizzarli nei diversi contesti di vita: domestico, lavorativo, sportivo,etc.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come funziona il trattamento del dolore cronico mediante BIOFEEDBACK?

Studi hanno dimostrato un’elevata efficacia nel trattamento di alcune tipologie di dolore cronico, in seguito ad un trattamento mediante biofeedback. Le cefalee muscolo-tensive e l’emicrania si annoverano tra le patologie contraddistinte da dolore cronico che possono essere efficacemente trattate mediante il biofeedback.

Il BFB ha la funzione di rendere esplicita e consapevole la condizione psicofisiologica premonitrice e concomitante lo stato di dolore cronico esacerbato.

L’acquisizione di consapevolezza, attraverso un training progressivo, permette in un tempo relativamente breve di ridurre significativamente lo stato di tensione muscolare e di ridurre, parallelamente, la possibile assunzione di farmaci antidolorifici.

Ciò che appare importante è l’identificazione dei processi sottostanti e giustificativi dello stato di tensione e conseguente dolore. Per quelle patologie dove è proprio il dolore cronico, il sintomo principale, il biofeedback appare essere una soluzione di notevole efficacia. Il biofeedback tuttavia deve essere integrato insieme al counseling psicologico, che occorre ad individuare i processi cognitivi e ideativi potenzialmente disfunzionali che favoriscono reazioni somatiche che possono condurre al dolore. Appare infatti fondamentale identificare, ove possibile, quei meccanismi ideativi che possono favorire lo scatenarsi e l’esprimersi attraverso un canale psicosomatico, del disagio provato.

 

SCHEMA FUNZIONAMENTO BIOFEEDBACK

 

                                                                                          APPARECCHIO BIOFEEDBACK

                                                                                REGISTRAZIONE DATI ACQUISITI MEDIANTE SENSORI E TRASDUTTORI

 

                PERSONA

                   (RILEVAZIONE DATI: ES.

             FREQUENZA CARDIACA,

             TENSIONE MUSCOLARE,

      CONDUTTANZA ELETTRODERMICA

                                                                                      MODULATORE SUONO/IMMAGINE

                                                                                   AMPLIFICAZIONE DEL SEGNALE PER PRODURRE SUONI/IMMAGINI

                                                                                                                                                 PRESENTATE AL SOGGETTO IN FORMA PROPORZIONALE

 

Di seguito sono riportati gli studi di efficacia del Biofeedback relativamente al trattamento di patologie contraddistinte da dolore cronico:

 

TRATTAMENTO EFFICACE E SPECIFICO:

(a) Emicrania, mal di testa in adulti e bambini (Blanchard 1992; Yucha & Gilbert, 2004);

(b) Cefalea tensiva negli adulti e nei bambini (Blanchard, 1992);

 

TRATTAMENTO EFFICACE:

(a) Dolore orofacciale muscolo-correlato (Glaros & Lausten, 2002)(b)La sindrome dell'intestino irritabile (Blanchard, 1993 ; Humphries & Gevirtz, 2000)

(b) Ansia relativa a modelli di respirazione errati causando dolore toracico non cardiaco (Gevirtz 2001, DeGuire, Gevirtz, Hawkinson, e Dixon, 1996)

(c)Postura e problemi di dolore, quali testa in avanti (Middaugh, 1994)

 

 

PERCHE' BIOFEEDBACK?

Attraverso l’implementazione di un training di Biofeedback, il paziente affetto da dolore cronico inizia per la prima volta un dialogo con il proprio corpo, prendendo conoscenza del linguaggio di quest’ultimo, e imparando a risponderne efficacemente. Infatti ciò che appare essere un comportamento condiviso da chi soffre di dolore cronico, è che colui che ne soffre non è sempre consapevole dello stato di attivazione del proprio corpo, non ne conosce il linguaggio, fino a quando non riceve segnali ed informazioni oggettive, ovvero, segnali di dolore. La sensazione dolorosa traduce messaggi non strutturati relativi ad una situazione di emergenza biologica, preceduta tuttavia da una serie di modificazioni fisiologiche avvenute al di fuori della sfera di coscienza. La ridotta consapevolezza in merito allo stato di attivazione psicofisica e, in molti casi, l’alterazione dell’equilibrio emozionale, espressa dall’ansia, tende a manifestarsi prevalentemente attraverso canali e vie di tipo somatico, producendo modificazioni sullo stato di tensione muscolare che agisce al di fuori dello stato di coscienza. Ciò che in conclusione avviene nel percorso terapeutico mediante Biofeedback è l’apprendimento di opportune tecniche e strategie per raggiungere il controllo volontario della funzione fisiologica direttamente o indirettamente collegata al disturbo psicosomatico, riducendo conseguentemente l’intensità del dolore, e la frequenza con cui tale fenomeno si percepisce e registra. Si favorisce inoltre l'apprendimento di una strategia di controllo preventiva, efficace e generalizzabile nella vita quotidiana e si agisce riducendo, ove possibile, l'assunzione di farmaci antidolorifici.

 

 

 

 

 

 

 

Bibliografia:

P.Pancheri – ‘Stress, Emozioni e Malattia’ – Biblioteche Scientifiche e Tecniche Mondadori (1993)

M.Bear – ‘Neuroscienze’ – Masson (2005)

Carolyn Yucha, Ph.D., Christopher Gilbert, Ph.D.(2004) Evidence- Based Practice in Biofeedback and Neurofeedback AAPB – Association for Applied Psychophysiology and Biofeedback

- Yucha, C.B., & Montgomery, D. (2008). Evidence-based practice in biofeedback and neurofeedback. Wheat Ridge, CO, USA: Association for Applied Psychophysiology and Biofeedback.

- Richard A. Sherman, Ph.D. & Christiane Hermann, Ph.D. (2004) White Paper: Clinical Efficacy of Psychophysiological Assessments and Biofeedback. Interventions for Chronic Pain Disorders other than Head Area Pain http://http://www.aapb.org/files/public/ReviewOfBFBForPain.pdf

- Frank, D.L., Khorshid, L., Kiffer, J.F., Moravec, C.S., & McKee, M.G. (2011). Biofeedback in medicine: Who, when, why and how? Mental Health in Family Medicine, 7, 85-91- Association for Applied Psychophysiology and Biofeedback Official website (http://www.aapb.org/i4a/pages/index.cfm?pageid=3287)

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